La Tuscia è una regione del Lazio ricca di fascino, con scorci naturalistici densi di meraviglia e tante bontà gastronomiche. Uno dei luoghi davvero imperdibili è il Sacro Bosco di Bomarzo, noto anche come Parco dei Mostri o giardino di Bomarzo. 

Si trova in provincia di Viterbo per 3 ettari di terreno popolati da sculture strane, fontane, obelischi ed edifici pendenti che lasciano il visitatore in uno stato di sorpresa e persino piacevole confusione.

In questo approfondimento vi raccontiamo qualcosa di più su Bomarzo, sulla sua storia e sulla cultura che si respira nel suo bosco. Un ambiente che saprà emozionare tutti, i grandi e ancora di più i piccini.

La storia del Parco di Bomarzio

Il Parco dei Mostri nasce per volontà del Principe Pier Francesco Orsini, detto anche Vicino Orsini, secondo le testimonianze storiche esperto di alchimia, signore di Bomarzo dal 1542 al 1585. È stato lui a commissionare il progetto del Parco di Bomarzo all’architetto e antiquario Pirro Ligorio, il quale ne progettò e curò la realizzazione nel 1547.

Alcuni studiosi hanno pensato che le opere scultoree fossero di Michelangelo o di Jacopo Barozzi detto “il Vignola”, ipotesi che si sono poi rivelate errate. Pare che la realizzazione sia stata affidata infatti a Simone Moschino.

Orsini scelse per il parco il nome di Sacro Bosco, dedicandolo alla moglie Giulia Farnese, da non confondere con l’omonima concubina di Papa Alessandro VI. 

Il Parco dei Mostri è stato dimenticato e lasciato in stato di abbandono per circa 300 anni, fino a quando a partire dal 1954 è stato sistemato e restaurato da Giancarlo e Tina Severi Bettini, che ne hanno reso possibile l’apertura al pubblico. 

Si trovano sepolti all’interno del bosco, esattamente nel tempio, che pare essere anche il sepolcro di Giulia Farnese; la cui cupola è stata modellata sulla base di quella di Santa Maria del Fiore di Firenze. Bomarzo è stato definito da Salvador Dalì come un’invenzione unica e in quanto tale ha ispirato il celebre artista spagnolo.

Un labirinto di significati

Bomarzo presenta un insieme di significati unico, tra citazioni letterarie e spunti alchemici. Sono presenti diverse iscrizioni sui monumenti che lasciano perplesso il visitatore, volute dal principe che in una di esse dichiara apertamente le sue intenzioni così:

Voi che pel mondo gite errando vaghi di veder meraviglie alte et stupende venite qua, dove son facce horrende, elefanti, leoni, orchi et draghi.

Un labirinto di simboli che ha visto scienziati, filologi e storici provare a districarne la matassa, trovando molteplici rimandi a temi antichi e motivi della letteratura rinascimentale. Opere come il Canzoniere di Petrarca, l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, alcuni poemi del Tasso, Le Metamorfosi  di Ovidio, il Decamerone di Boccaccio.

l'orco di bomarzo

L’opera per eccellenza di Bomarzo è l’Orco, una statua mostruosa sulla quale compare una scritta che all’origine era un chiaro riferimento all’Inferno di Dante: Lasciate ogni pensiero voi ch’entrate, diventato oggi Ogni pensiero qui vola. L’Orco è visitabile: nella sua bocca è collocato un tavolino in cui poter fare una sosta e sentire l’eco vivo delle proprie voci.

Visitare Bomarzo

Magic Italy propone un tour di un giorno in cui sarà possibile visitare al mattino proprio Bomarzo per poi fare tappa al pomeriggio presso il MUVIS (Museo del Vino e delle Scienze Alimentari) di Castiglione in Teverina. 

Gli spostamenti sono in pullman e potete trovare ulteriori informazioni a questo link. Un modo per visitare il Parco dei Mostri scoprendo qualcosa di più sui suoi misteri, grazie alla presenza di una guida locale preparata e in grado di rispondere a tutte le curiosità. Lasciandosi ispirare dall’atmosfera di un parco capace di conquistare tutti con la sua unicità.

La Tuscia è una regione del Lazio ricca di fascino, con scorci naturalistici densi di meraviglia e tante bontà gastronomiche. Uno dei luoghi davvero imperdibili è il Sacro Bosco di Bomarzo, noto anche come Parco dei Mostri o giardino di Bomarzo. 

Si trova in provincia di Viterbo per 3 ettari di terreno popolati da sculture strane, fontane, obelischi ed edifici pendenti che lasciano il visitatore in uno stato di sorpresa e persino piacevole confusione.

In questo approfondimento vi raccontiamo qualcosa di più su Bomarzo, sulla sua storia e sulla cultura che si respira nel suo bosco. Un ambiente che saprà emozionare tutti, i grandi e ancora di più i piccini.

La storia del Parco di Bomarzio

Il Parco dei Mostri nasce per volontà del Principe Pier Francesco Orsini, detto anche Vicino Orsini, secondo le testimonianze storiche esperto di alchimia, signore di Bomarzo dal 1542 al 1585. È stato lui a commissionare il progetto del Parco di Bomarzo all’architetto e antiquario Pirro Ligorio, il quale ne progettò e curò la realizzazione nel 1547.

Alcuni studiosi hanno pensato che le opere scultoree fossero di Michelangelo o di Jacopo Barozzi detto “il Vignola”, ipotesi che si sono poi rivelate errate. Pare che la realizzazione sia stata affidata infatti a Simone Moschino.

Orsini scelse per il parco il nome di Sacro Bosco, dedicandolo alla moglie Giulia Farnese, da non confondere con l’omonima concubina di Papa Alessandro VI. 

Il Parco dei Mostri è stato dimenticato e lasciato in stato di abbandono per circa 300 anni, fino a quando a partire dal 1954 è stato sistemato e restaurato da Giancarlo e Tina Severi Bettini, che ne hanno reso possibile l’apertura al pubblico. 

Si trovano sepolti all’interno del bosco, esattamente nel tempio, che pare essere anche il sepolcro di Giulia Farnese; la cui cupola è stata modellata sulla base di quella di Santa Maria del Fiore di Firenze. Bomarzo è stato definito da Salvador Dalì come un’invenzione unica e in quanto tale ha ispirato il celebre artista spagnolo.

Un labirinto di significati

Bomarzo presenta un insieme di significati unico, tra citazioni letterarie e spunti alchemici. Sono presenti diverse iscrizioni sui monumenti che lasciano perplesso il visitatore, volute dal principe che in una di esse dichiara apertamente le sue intenzioni così:

Voi che pel mondo gite errando vaghi di veder meraviglie alte et stupende venite qua, dove son facce horrende, elefanti, leoni, orchi et draghi.

Un labirinto di simboli che ha visto scienziati, filologi e storici provare a districarne la matassa, trovando molteplici rimandi a temi antichi e motivi della letteratura rinascimentale. Opere come il Canzoniere di Petrarca, l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, alcuni poemi del Tasso, Le Metamorfosi  di Ovidio, il Decamerone di Boccaccio.

l'orco di bomarzo

L’opera per eccellenza di Bomarzo è l’Orco, una statua mostruosa sulla quale compare una scritta che all’origine era un chiaro riferimento all’Inferno di Dante: Lasciate ogni pensiero voi ch’entrate, diventato oggi Ogni pensiero qui vola. L’Orco è visitabile: nella sua bocca è collocato un tavolino in cui poter fare una sosta e sentire l’eco vivo delle proprie voci.

Visitare Bomarzo

Magic Italy propone un tour di un giorno in cui sarà possibile visitare al mattino proprio Bomarzo per poi fare tappa al pomeriggio presso il MUVIS (Museo del Vino e delle Scienze Alimentari) di Castiglione in Teverina. 

Gli spostamenti sono in pullman e potete trovare ulteriori informazioni a questo link. Un modo per visitare il Parco dei Mostri scoprendo qualcosa di più sui suoi misteri, grazie alla presenza di una guida locale preparata e in grado di rispondere a tutte le curiosità. Lasciandosi ispirare dall’atmosfera di un parco capace di conquistare tutti con la sua unicità.

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